Stefano Eccher: come tutto è (s)partito
Ci avete mai fatto caso che alcuni musicisti sono come il prezzemolo? Roba che te li ritrovi un po’ ovunque e li vedi suonare in duecento progetti fino a pensare di esserteli sognati (perché oggettivamente deve esserci un limite al numero di artisti con cui suoni). Ecco, oggi vi parlerò di uno di questi musicisti-prezzemolo: Stefano Eccher.
Se mi avete seguita fin qui il nome sicuramente non vi è nuovo (lo trovate citato qui e qui), se invece arrivate adesso in questa rassegna procedo a raccontarvi di questo trombettista polistrumentista seguendo il solito schema che parte dalle origini e arriva ai lavori recenti.
Indice
Vi presento Stefano Eccher
Stefano Eccher è uno di quei musicisti sprovvisti di nome d’arte che rendono tutto più facile per i giornalisti evitandogli di ricorrere all’anagrafe. Stefano ha 23 anni (24 a settembre) ed è originario della Val di Fiemme, ma attualmente residente a Trento «per studio e motivi lavorativi». Stefano è riuscito a fare della musica la sua fonte primaria di sostentamento: «Insegno musica (tromba e percussioni) in una scuola e ho anche qualche allievo privato. Cerco di vivere suonando e per poterlo fare partecipo a tanti progetti diversi e produco musica nel mio homestudio. Ad oggi sto riuscendo a mantenermi al 100% con la musica».
Tra banda, liceo musicale e conservatorio
Nato in una famiglia di musicisti, Stefano comincia a suonare fin da piccolo: «Mia mamma voleva che imparassi a suonare e ho cominciato dalla chitarra suonando i classici come io vagabondo e la canzone del sole». Arrivato alle elementari Stefano entra in banda ed è costretto ad abbandonare il primo amore per passare allo strumento della sua vita: la tromba. «In banda non c’era la chitarra acustica e le percussioni voleva dire studiare tutte le percussioni mentre a me interessava solo la batteria. Così mi sono messo a studiare tromba in banda andando avanti a studiare chitarra a casa».

Finite le medie, Stefano si iscrive al liceo musicale di Trento dove studia Tromba classica per tre anni: «Il quarto anno sono andato all’estero in Argentina. Una volta tornato ho cominciato il triennio di tromba jazz al conservatorio durante la quinta liceo». Nel 2022, Stefano Eccher si laurea in tromba jazz e comincia la specialistica in composizione pop in cui si laureerà a marzo portando parte del suo repertorio originale e parte del repertorio di John Mayer, «un chitarrista americano che mi ha portato a scrivere musica.

John Mayer è la miccia che accende la voglia di Stefano di scrivere la sua musica: «Mayer è un po un blues man, ma ha anche un po’ di country e queste chitarrone acustiche che mi hanno fatto venir voglia di scrivere la mia musica. Proprio per questo c’è della somiglianza tra alcune cose che faccio io e lo stile di Mayer». La chitarra acustica è un po’ una costante nella vita di Stefano Eccher che si destreggia tra tromba, batteria e chitarra suonando in diversi progetti.

Questa passione smodata per la chitarra acustica è poi tornata in conclusione al percorso di studi: «Alla fine ho concluso con la chitarra perché la specialistica era “composizione pop” e avevo la possibilità di suonare un po’ quello che volevo purché avessi portato degli arrangiamenti validi»
Il progetto musicale
L’idea di un progetto musicale proprio nasce ascoltando John Mayer e diventa un pensiero fisso durante il quarto anno all’estero: «Avevo voglia di scrivere della musica e in quel momento stavo ascoltando molta musica italiana, tra cui Francesco Camin (di Vigolo Vattaro) che mi piaceva tanto tanto tanto tanto. Nel mentre continuavo ad ascoltare John Mayer e altri musicisti che suonavano questo pop commerciale fatto di chitarra acustica, voci tranquille e canzoni molto orecchiabili per qualsiasi fascia d’età».

Stefano, quindi, prende la prima chitarra che trova nella casa della famiglia ospite in Argentina e comincia a scrivere il suo primo pezzo, “Parole perfette”. «Non so scrivere testi a livello emotivo e mi limito a raccontare quello che mi pare senza farmi troppi problemi». Con questo spirito Stefano registra “Parole perfette “usando il cellulare e quella chitarra trovata per casa: «Ovviamente quando scrivo do importanza alla parte musicale più che al testo perché sono un musicista».
I pensieri di Stefano cominciano a ruotare sempre più attorno al suo progetto «al punto che ho dovuto obbligarmi a mettere tutto in pausa perché non sarei più riuscito a fare nulla tanto era il desiderio di tornare in Italia a registrare». Terminato l’anno all’estero Stefano Eccher torna a casa e finalmente si può concentrare sulla sua musica: «Sono tornato in Italia e il pezzo ha preso una direzione diversa: ho cambiato parole, ho cambiato il titolo che è diventato “Sigma”, la marca della mia chitarra acustica».

Il pezzo esce sulle piattaforme dopo essere stato registrato sopra Trento in collaborazione con i coinquilini di Stefano che gli hanno fornito batteria e basso per la canzone.
Trombettisti: merce rara
Arrivati a questo punto ci troviamo con un trombettista laureato che ha cominciato un progetto personale, ma ancora non vi ho detto perché Stefano Eccher rientra nella categoria dei musicisti-prezzemolo.
La ragione in realtà è molto semplice e ce la spiega bene lui stesso: «Essendo che trombettisti non ce ne sono tanti finisci col suonare con chiunque. Io, poi sono laureato in musica jazz e quindi ho una certa facilità all’improvvisazione e una flessibilità che mi rende un buon elemento per qualsiasi genere musicale».
Per questo motivo Stefano si trova a collaborare con:
- Sara Kane
- Cheyenne, con cui Stefano ha collaborato nel primo disco
- Il Grigio, cantautore bergamasco
- Bianca Giacomoni di Bolzano
- La BandaStorta, noto progetto Trentino con cui Stefano collabora da tempo
- I MolaFunk: un progetto funk che mescola il forte e il non forte della musica
- Trunks: progetto elettronico assieme ad Amos Corradi di cui l’8 marzo uscirà il disco (Trunks vol 1).
- LewisLand, un musicista italo-nigeriano con cui Stefano ha collaborato in diversi suoi brani (anche se non è stato menzionato)
- Amaranto, all’anagrafe Giada Ferrarin con cui Stefano ha partecipato alla finale del premio De Andrè
Accanto a tutto questo elenco di persone, Stefano mette il suo progetto solista e il lavoro di turnista a chiamata: «Quando qualcuno ha bisogno di un trombettista mi chiama, imparo il pezzo e vado a suonare».
Tra i progetti avviati quest’anno, i Mola Funk sono quello in cui Stefano si riconosce di più: «è un progetto composto da tre fiati: tromba, trombone e sax accanto al basso, alla batteria e alla chitarra. Il funk è l’esplosione del jazz e in questo mi riconosco».
Tromba, batteria, chitarra… che altro? Ovviamente le tastiere! «Trunks è un progetto che nasce dal nulla con Amos e sono finito a suonare sintetizzatori e tastiere». Un esperimento talmente riuscito che con questo progetto Stefano e Amos hanno vinto Suoni universitari nel 2024.
Album, singoli ed EP
Dopo il primo singolo, il progetto ha preso una piega un po’ diversa: «ho registrato un pezzo, “Diary, con Enrico Giorgetti che suona il piano e non c’entrava niente con quanto fatto fin lì, ma suonava bene. Lo abbiamo prodotto in homestudio e ci siamo arrangiati con quello che sapevamo fare.
A questo punto per Stefano arriva il momento di fare il passo successivo e nel 2021 comincia a lavorare al suo primo EP, “Alla ricerca” registrando in casa il sound tipico che più gli piace (con chitarre acustiche e suono pulito). «In questo EP ho raccontato la mia vita quotidiana e ci ho messo dentro tante collaborazioni con diversi musicisti. Perfino la produzione dell’EP è una collaborazione con un amico che studia produzione a Milano».

Nel marzo del 2024, Stefano Eccher pubblica il suo primo Album: “Facile|difficile” in gara ai Trentin music Awards. «Ho cominciato a capire che nel mondo d’oggi bisogna includere strumentazione elettronica, ma senza abbandonare le mie amate chitarre acustiche».
Il disco, prodotto da Stefano stesso, è mixato da Marco Sirio «mi ha dato una grande mano a sistemare diverse cose e ci ha messo tanto del suo». “Facile| difficile” è composto da 11 tracce e risente dell’influenza di tanti artisti diversi che fanno parte degli ascolti di Stefano (Frah quintale, Aime, Dito nella piaga ecc). «Dentro il disco ci sono tanti momenti diversi che danno vita a tanti pezzi tutti differenti: alcuni sono più jazz, altri più cantautorali, altri ancora più pop».

A questo punto del discorso potrei anche avervi detto abbastanza su questo musicista-prezzemolo che si muove al confine tra il jazz e il pop, tra la tromba, le percussioni e la chitarra e, a quanto pare, anche tra mille progetti diversi. Come sempre vi lascio i link di Spoty e di YouTube nella speranza che finiate per appassionarvi a un nuovo artista emergente.
Noi ci sentiamo al prossimo episodio.
A presto
Daph






Stefano Eccher: carta d’identità
nome: Stefano Eccher
genere: pop cantautorale elettronico
attivo dal: 2021
prima canzone: Sigma
Perché ascoltarli: per trovare un pezzo modern-pop con l’aggiunta di una sezione fiati
Occasioni più grosse: accompagnamento di Stewart Copeland e Gigliola Cinquetti con l’Orchestra del conservatorio, apertura a Davide Shorty (con Sara Kane), apertura a Davide Toffolo (con Bianca), Sanremo Pop Rock nell’estate 2021