Un anno di Come tutto è (s)partito!
Ma voi vi siete accorti che oggi Come tutto è (s)partito compie un anno?! Un lungo anno in cui abbiamo scoperto insieme alcuni artisti della scena locale approfondendo i loro primi passi nel mondo della musica. Un anno in cui spero che abbiate scoperto nuova musica e che vi siate appassionati almeno un po’ al magico modo dei musicisti, alle loro salette umide (e spesso anche puzzolenti, nonostante loro siano assuefatti) e alle loro onnipresenti birre. Un anno pieno di storie e canzoni che vi lascio qui sotto in recap coi relativi incipit:
E cosa c’entra una grafomane con una radio? Be’ Christian e Francesco avevano bisogno di qualcuno che curasse la sezione news e io mi sono casualmente imbattuta nella loro storia Instagram. A questo punto ci siamo trovati nella segretissima sala di registrazione di Radio Retebusa e abbiamo dato il via a questa collaborazione. In qualche strano modo ci siamo trovati a parlare di Santi, reliquie e perversioni e loro mi hanno caldamente sconsigliato di riproporre questi temi in questo spazio quindi ho pensato di ripiegare sui gruppi musicali che popolano il Trentino e magari anche l’Italia in generale (quindi se rientrate nella casistica e avete voglia di essere raccontati su questo sito contattatemi).
Ho pensato di cominciare dal mio personalissimo inizio: ovvero chi e cosa mi ha avvicinato all’ambiente musicale.
Tutto è cominciato quando mi sono innamorata di un batterista che di nome fa Francesco e nella vita principalmente suona. Francesco fa parte di un duo di musicisti mercenari da cui comincerà la mia rassegna: gli 8 Syntagma. Gli 8 Syntagma sono appunto un duo di chitarra e batteria composto da Francesco Rossi e da Michele Francesconi (solo a me fa sorridere l’assonanza?).
La volta scorsa vi ho presentato gli 8 Syntagma, duo di chitarra e batteria, che nelle mie ricette sarà il sale con cui condire i piatti più diversi. Da loro voglio partire per scoprire come possiamo combinare ingredienti diversi per ottenere musiche diverse, a cominciare da Luca Perottoni, in arte Pera.
Se il nome non vi è nuovo: complimenti avete buona memoria; altrimenti andate a ripescare i due pezzi precedenti perché Pera è citato in entrambi. Potremmo dire che è il nostro prezzemolo, almeno per quello che abbiamo scritto fin qui. Chi è dunque il nostro Luca?
Tra le varie attività che si fanno attorno a una tavola ci vengono in mente soprattutto mangiare, bere, chiacchierare, discutere, magari fare i compiti o studiare, oppure, per chi vuol essere originale, giocare a qualche gioco in scatola. Che altro? Progettare un album musicale, ovviamente! Infatti, nel corso di questa incursione nella scena musicale locale mi sto rendendo conto che tanti brani e progetti musicali nascono attorno a una tavola piena di vecchi amici e discorsi vari, tra una birra e l’altra mentre si ride e si scherza. Almeno questo è ciò che ci racconta l’artista di oggi: Nicolò Carpita, in arte Carpa.
Tempo fa vi raccontavo dei Trentin Music Awards e del premio speciale assegnato da Radio Retebusa per il miglior album. Vi ricordate? E ricordate il nome della vincitrice? Esatto: Maitea con l’album omonimo, Maitea.
«Vincere è stata una bella soddisfazione perché ho maturato questa idea e questo progetto e ci sono stata dietro alcuni anni. Mi sono affezionata a questo album, alla mia creatura ed è bello che venga riconosciuto» mi ha confessato Elisa emozionata.
L’altra sera stavo in macchina con Francesco (degli 8 Syntagma) che, come avrete ormai capito, è il mio portale per il mondo musicale trentino. Stavamo tornando a casa in un viaggio della speranza con la frizione della macchina rotta e molto tranquillamente lui mi dice «Sai chi dovresti intervistare? Pippo Balestra e i Pheromones, hanno fatto uscire un bel album a dicembre». Mentre lo dice prende il suddetto album e fa partire il disco. E così eccoci qui con la nostra prossima band di questa rassegna: i Pheromones!
Avete presente quelle situazioni in cui tutto va esattamente come deve andare alla faccia della legge di Murphy? Chessò: incontri una persona che ti sta simpatica a pelle e da subito diventa l’amico per la vita. Oppure decidi che vuoi imparare a ballare il tango e ti scopri incredibilmente talentuoso pur senza averlo mai fatto prima. Ecco, i Pheromones nascono così: completamente a caso!
Fin dall’inizio di questa rassegna vi ho raccontato come il mio lavorare con la musica sia dipeso dall’amore come nelle peggiori commedie romantiche, tuttavia, nel corso di queste interviste ho imparato che attorno ai musicisti esiste un magico regno fatto di sale prove (generalmente piuttosto fatiscenti), birre (tante), e amicizie profondissime che, a volte, diventano storie d’amore. È questo il caso di Margherita dei Pheromones e Samuele Angheben dei Dafne, il prossimo gruppo che vi racconterò.
I Dafne sono un gruppo emo – alt. rock nato nel settembre del 2022. Si tratta di un trio composto da Emilio Cipriani, chitarra e voce, Samuele Angheben, basso e voce, e Francesco Rossi alla batteria.
Un paio di mesi fa il nostro Francesco (sempre lui) mi ha trascinata all’inaugurazione del Cantiere 26, centro socio-culturale di Arco, per sentire un tale Cheyenne «che sembra molto interessante». Ormai rassegnata a questo peregrinare da un concerto all’altro, mi sono fatta trascinare sotto il palco per sentire la musica di questo tale che, per la legge delle assurde coincidenze che vigono tra me e la musica, si chiama come mia sorella. Ma chi è questo nuovo artista del panorama trentino? Andiamo a scoprirlo in questo nuovo episodio di come tutto è (s)partito.
Cheyenne, nome d’arte di Patrizio Mimiola, classe ’99, comincia a suonare la batteria a 7 anni: «perché mio padre aveva delle cassette dei Led Zeppelin, ascoltandoli mi ero preso male per la batteria e ho cominciato a battere sulle padelle e sui mobili di casa».
Nel caso vi fosse del tutto sfuggito: l’estate è il periodo dei concerti! Visto che parliamo di musicisti locali mi sembrava importante farlo notare. A maggior ragione perché tutto questo suonare in giro (o nel mio caso fare il porta-pezzi-di-batteria per Francesco) mi sta aiutando a entrare sempre più nel difficile mondo del musicista trentino di cui vi parlerò in un episodio speciale di Come tutto è (s)partito. Siete curiosi? Ebbene tenetevi la curiosità ancora per un po’ perché oggi voglio parlarvi di Mr. Sitv artista originario della Busa (come l’ultimo intervistato) conosciuto proprio quest’estate nell’ambito dei concerti alla Trentino Music Arena.
Mr. Stiv, nome d’arte di Stefano Sbarberi, classe ’94, si avvicina alla musica all’età di 7 anni seguendo una traccia familiare: «Le mie sorelle maggiori e mia mamma suonano il piano e hanno introdotto anche me alla musica, ma io ho scelto di cominciare con la chitarra. Fino a 17 anni ho studiato chitarra e poi mi sono avvicinato al mondo della scrittura di cui mi sono innamorato e che ho portato avanti».
«Questi sono i privé che mi piacciono» scherza Carpa sedendosi sulla panchina con lo schienale rinforzato. Sopra di noi la notte è serena e distante, costellata di stelle che si specchiano sul lago. I ragazzi hanno suonato poco fa assieme ai Maude (vi racconterò di loro nel prossimo episodio) e si stanno godendo la serata in un bar. «Peccato sia una cosa finanziata da noi» scherza qualcuno avvolto dall’ombra. Questo commento è il la che fa partire una conversazione lunghissima che so già sarà perfetta per il prossimo episodi di Come tutto è (s)partito. Raccontare di musica vuol dire anche raccontare cosa voglia dire essere musicisti, cosa significhi inseguire questo sogno in una regione come il Trentino-Alto Adige.
Sì, questo episodio è uscito in ritardo di un giorno a causa di una serie infinita di imprevisti. E sì, vi avevo promesso i Maude, ma a causa di altri imprevisti vi propongo qualcosa di diverso: un giovane artista di Riva del Garda: Gabriel Campolongo, in arte Gabbbrielll.
Gabbbrielll con i suoi 17 anni (2007) è il più giovane degli artisti che abbiamo intervistato fin ora, pensate che legalmente non ha ancora l’età per bere birra (che sappiamo essere ingrediente fondamentale delle sale prove). La sua passione per la musica nasce prestissimo: «Da sempre a casa mia si ascoltano diversi generi: mio padre ascolta cantautorato italiano, mio fratello metal, mia madre elettronica tedesca… quindi tanta musica in casa fin da quando ero piccolissimo».
Sono tornata! C’eravamo lasciati a settembre con l’ultimo episodio di Come tutto è (s)partito in cui vi ho raccontato di Gabbbrielll. Con l’episodio di oggi si torna in quel di Rovereto con Issumalu, nome d’arte di Luca Gori.
Luca fa parte degli amici musicisti di Francesco (quelli che ogni tanto me lo rubano per registrare canzoni con gli 8 Syntagma) e se vi capiterà di incontrarlo vi renderete conto fin da subito che si tratta di un artista. Ogni volta che chiedo di lui scopro che si trova da qualche parte nel mondo (in genere mai nello stesso posto della volta prima) e che ha per le mani un’idea, un progetto o un’ennesima avventura.
I musicisti da intervistare sono ancora molti e spero che abbiate ancora voglia di leggere le loro storie e scoprire i loro lavori. Io ormai sto cominciando a riconoscere le facce dei vari cantanti, chitarristi, batteristi e via dicendo… Per fino al giornale hanno mangiato la foglia e ogni tanto se ne escono con: «Visto che ti occupi di musica…». Certo, ancora non ho nessuna competenza nel settore però sto accumulando un discreto bagaglio di storie (chissà che non le trasformi in un libro prima o dopo…).
Ma bando alle ciance e parliamo un po’ delle novità: dunque tanto per cominciare ho pensato di inserire un piccolo indice in ogni articolo per rendere i pezzi più comodi da leggere e poi volevo cominciare a parlare anche della musica in uscita tenendo sempre fermo il timone sulla rotta della musica locale. Certo, non posso promettervi che starò dietro a ogni singolo in uscita, ma se conoscete qualcuno con un progetto musicale fatemelo sapere nei DM su IG.
Che altro? Be’ con Come tutto è (s)partito è cominciata la mia avventura nella redazione di Radio Retebusa: doveva essere solo questa rubrica, solo un articolo al mese per «vivacizzare la sezione news». Vi ricordate? Però io sono pur sempre una grafomane e a fianco al racconto dei musicisti ho cominciato quello della radio. Radio Retebusa è una realtà che, vi confesso, mi ha colpita tanto per le persone che la compongono e ho deciso di raccontarvela in questo nuoto tag: Radio Retebusa si racconta. Se ancora non avete letto niente a riguardo vi invito a farci un salto per scoprire il dietro le quinte delle vostre trasmissioni radio preferite.
A questo punto mi resta un’ultima cosa da dirvi: GRAZIE! Grazie per aver speso un po’ del vostro tempo leggendo queste storie, grazie per i feedback che sono arrivati e grazie per la fiducia.
Ci sentiamo al prossimo episodio!
A presto
Daph